mercoledì 30 marzo 2011

VITA

(Inviatami da Maria)




Vita spensierata,
vita accattivante,
vita da signore
gioie e mal d'amore,
credere nella vita
offre a chi si stima
pace e belle robe
gioie e cose nuove.
Ma ci devi credere,
se non la vuoi perdere
fatti son ben pochi
se tu non ragioni
offro il mio talento 
alla vita amica
come foglie al vento
volo e che sia in salita.

martedì 22 marzo 2011

UNDER THE BRIDGE

Sotto il ponte i ragazzi crescono in fretta.
Dicono giri anche della roba strana, la prendono e diventano grandi.
La prendono e stanno meglio .
Le ragazze dicono che quelli sono più fighi.
Tutte soprattutto le più belle vanno spesso sotto il ponte.
Non lo so, ma prendendo quella roba si diventa fighi.
Quella roba è magica.
Non lo so, ma qualcuno è morto per quella roba.
Qualcuno è finito nei guai per quella roba .
Continuo a non capire cosa sia quella roba .

Io sotto quel ponte non ci sono mai stato.




(scusate se mi vien normale alcune volte scrivere titoli in inglese, ma "sotto il ponte" suonava male)

mercoledì 16 marzo 2011

DOMANI, LUNEDÌ'

Giornate di pace appena trascorse.
Giorni di niente.
Assaggio di morte stagioni.

Nessuna voce, nessuna ombra
popolano questo deserto.
All'orizzonte s'intravede la festa,
ch'è straniera per il solitario.

In questi giorni vorrei riposare
in una tomba accanto alla mia gioia.
La felicità altrui ci uccide d'invidia.

Passa la settimana e m'assale
l'angoscia quando mi vedo bussare
alla porta Venerdì


(idee confuse, non si capisce niente è da sistemare)

MORTE PREMATURA

Restai vedovo ch'ero molto giovane.

Ricordo che ero ancora bambino.

La mia sposa si chiamava Vita.

Se ne andò senza alcun preavviso,
lasciandomi solo e malinconico.

L'unico suo regalo: un libro con pagine bianche.
Su quelle pagine la ricordo scrivendo poesie.

sabato 12 marzo 2011

MORE VODKA IN THE TEACUP

Mi alzai dal divano sul quale mi addormentai, mi guardai intorno e dissi: 'Ciao Paul dove sono tutti? '
Lui rispose con aria assonnata: 'Sono andati tutti via ieri notte anzi stamattina. Non eravamo in tanti, poi visti gli argomenti di cui ci siamo messi a parlare.'    
 'Non parlarmene cazzo, come ci è venuto in mente di parlare del nulla esistenziale e dell'infinito cosmico. Non eravamo neanche troppo fatti.'
Paul con un sorriso accennato: 'Che cazzo ne so. Abbiamo fatto scappare tutti. '
Io: 'Lasciamo perdere, chissà cosa ci diranno. Saranno le porte della percezione che si sono spalancate. Comunque mettiamo vodka nella nostra tazza da tea. Non hai del succo d'arancia?'
Con noncuranza rispose: 'Vattelo a prendere in frigo.'      
Io: 'meglio di così la mattina non si può cominciare.'    
Paul: 'Oh  Fred tirami le sigarette e versamene anche a me di vodka nella tazza da te. Ma tu non gli metti l'orange juice dentro?'
Io: 'No no lo bevo a parte. Guarda che bella giornata! Dai muoviti che usciamo! Prima però versiamo più vodka nella tazza da tea'
Paul: 'Lascia che il mondo vada avanti, lo raggiungeremo più tardi'

venerdì 11 marzo 2011

L'ARRIVO DEI CORPI DALLO SPAZIO

Ero nel pieno della notte quando venni svegliato da dei rumori terrificanti provenire dall'esterno della mia abitazione.
Immerso nel buio aprii gli occhi e restai a fissare il vuoto tendendo le orecchie verso l'esterno dove immensi tonfi di case crollanti e di misteriosi oggetti volanti  regnavano indisturbati nelle tenebre. Dovetti tenere a bada il mio cuore che non la smetteva di sbattermi nel petto e di pulsare nelle tempie. Le gambe mi tremavano.
Navicelle spaziali dalla tipica forma circolare e con delle luci di una luminosità così pulita e così diversa da quella che siamo abituati a vedere che doveva appartenere a un qualcosa proveniente da chissà quali dimensioni o galassie a noi estranee. Erano proprio come venivano raffigurate, attraverso incisioni nei muri, dalle antiche popolazioni primordiali, che al loro tempo sembravano aver preso i primi contatti con nuovi esseri viventi. Fluttuavano nel cielo e cadevano su tutte le costruzioni emettendo suoni e fischi deliranti al limite dell'udibile simili ai suoni emessi dalle vecchie radio che trasmettevano frequenze senza segnale; sembrava che questi velivoli avessero perso il controllo,  imbizzarriti, come un cavallo che non riceve più ordini. La maggior parte prima di toccare terra sbattevano addosso alle case, come gli ubriachi che prima di  accasciarsi a terra dopo una lunga notte di bevute sbattono di qua e di là nei vicoli, altre più ordinatamente diminuendo la velocità e restando stabili toccavano leggermente terra.
Coloro che uscivano avevano un aspetto che mai si potrà raccontare o descrivere, mai occhi umani potranno guardare e restare calmi alla vista di quegli esseri così terribilmente diversi da noi che neanche qualche folle visionario potrebbe mai immaginare. La cosa strana è che dall'interno ne uscivano di varie tipologie. Ce ne erano di alti quasi come le case e smilzi, erano di un colore simile al viola scuro, la loro testa era seza occhi e all'altezza della bocca e del naso avevano decine di tentacoli. Sull retro della nuca, protetto da una protuberanza c'era un foro dal quale uscivano gemiti e gas che il nostro olfatto non poteva percepire.   Avevano braccia  simili agli umani e dita alternate a piccoli tentacoli, sul retro all'altezza delle spalle c'erano altri due tentacoli, più in sotto all'altezza delle natiche vi si trovavano ancora due tentacoli. I piedi erano enormi, robusti, ma senza dita. Questi erano i Feguier, e appena misero piede sulla terra incominciarono con inaudita forza a devastare tutto quello che incotravano. C'era chi squarciava i tetti, come un normale essere umano apre del tonno in scatola, e vi estraeva gli esseri umani e come fossero bambole di pezza gli strappavano gli arti o li sbattevano, con divertimento, contro i muri con voli interminabili.
Molto più simili all'uomo erano i Gremlins, alti poco meno di noi con teste che all'altezza delle tempie si allargavano come se avessero un pallone da rugby all'interno. Questi non toccavano neanche per terra, avevano capacità mentali altamente sviluppate che potevano compiere qualsiasi gesto solo con l'ausilio della mente. Erano loro che facevano volare ed esplodere cose e persone. La prima impressione è che potessero essere innoqui ma non appena si avvicinavano e avevano toccato gli umani alle tempie per aquisire informazioni per la sopravvivenza li uccidevano. Imprigionavano le donne in età fertile in gabbie invisibili, probabilmente erano in grado di creare campi magnetici localizzati in modo da non consentire il movimento della preda, per poi fecondarle artificialmente.

La gente scendeva nelle strade urlando disperatamente, c'erano donne che stringevano i loro bambini, chi con il fucile sparava a caso e chi con il fucile sterminava la famiglia prima di togliersi la vita,  c'era chi dormiva che si svegliava di soprassalto e moriva di crepa cuore, chi correva all'impazzata verso non-so-dove. Poi c'erano quelli che sapevano della loro discesa sulla terra e come dei prredicatori si avvicinavano in maniera amichevole emetteno lievi gemiti quasi volessero parlare a queste creature e mostrarsi loro amici, ma non ebbero modo di contattarli perchè vennero distrutti all'istante. Gli eserciti mondiali scendevano in campo, bombe cadevano dal cielo come pioggia, tonnellate di piombo si scaricavano sugli esseri venuti dallo spazio. I Gremlins con i loro poteri facevano eslodere aerei come fossero fuochi d'artificio, cambiavano la direzione delle bombe, lanciavano i carriarmato contro i plotoni.
Nessuno mai avreebbe raccontato sui libri di storia ciò che stava accadendo all'umanità, ne mai nessuno migliaia di anni più tardi avrebbe nemmeno potuto immaginare la fine dei loro predecessori.
Io nella mia camera sdraiato sotto le coperte fissando il buio, e con il cuiore che palpitava in gola, non so come facessi a vedere quelle cose sembrava quasi che una parte di me fosse all'esterno, non poteva essere tutto frutto della mia fantasia sovraeccitata. Decisi nell'oscurutà di estrarre dal cassetto la mia dose di morfina, infilai l'ago, estrassi la sostanza e me la iniettai in qualche parte del braccio per leninre la paura e per farla finita in modo dolce.
Tanto sapevo che nessuno mi avrebbe risparmiato.

Quando mi svegliai capii che non ero morto come pensavo. La mia camera era crollata da un lato. Mi alzai in pigiama stordito per vedere fuori. Non c'era piu nessuno. Solo sangue e cadaveri, gente che urlava dal dolore e cumuli di macerie.
Devono avermi risparmiato per via del fatto che la mia mente aveva smesso di funzionare a causa della mormina. Avevo smesso di trasmettere segnali che loro potevano captare. Andai in cucina e feci un giro di carta d'alluminio attorno alla mia testa e poi per sicurezza mi infilai uno scola pasta per ridurre il campo magnetico mentale.
Uscii scalzo e con il pigiama ancora, l'aria sapeva di elettrico, forse non si può neanche spiegare quell'odore, forse nessuno mai lo sentirà. Vidi i corpi dilaniati e gente che aveva perso la testa correre all'impazzata tra budella insanguinate e materia grigia ancora calda.
Non avevo niente da vedere. Non volevo vedere niente, nè avevo voglia di vedere quello squallore. Ritornai in camera passando prima dalla cucina dove presi della vodka, dal cassetto del mio tavolo da notte presi una decina di pastigli di Valium e le buttai giù con un goccetto. Presi un'altra dose di morfina e mi iniettai tutti, aria compresa. Non so se presi la vena, ma caddi in un sonno profondo.

Ora sono nella camera imbottita di un manicomio e ne sono passati di anni da quel giorno. Capisco da dietro le sbarre ciò che sta accadendo e capisco che non era stato solo un sogno. Quanto pagherei ora per avere almeno una dose di dolce morfina.


(sono a conoscenza che il testo è pieno di errori)

martedì 8 marzo 2011

FRANCESCA LEMONADE

Mi innamorai di una ragazza e la amo ancora.
Lo so è finita da un po' ma mi manca.
Tu mi credi quando dico questo.
Non mi accorgevo che avevo tutto da lei.
Lei mi dava tutto quello di cui avevo bisogno.
Tu che mi preparavi da mangiare e alla fine
per farmi mangiare più frutta per poco non mi imboccavi.
Per piacere baby ho bisogno di una limonata.

"Non preoccuparti esaudirò ogni tuo desiderio.
Dimmi quello di cui hai bisogno" mi sussurravi.

Sdraiarmi accanto a te. Appoggiare la mia testa sul tuo petto.
Appoggiare la mia testa sulle tua ginocchia. Non mi respingevi.
Le tue mani tra i miei capelli.
Noi tra le coperte guardando dalla finestra la pioggia.
Ora cerco il tuo amore come cerco il sole nelle giornate grigie.
Anzi cerco il tue amore come la luce nella mia buia esistenza.
Vago per le strade ma non ti trovo.

Le nostri notti insonni facendo gara a chi beveva di più.
Le nostri notti insonni facendo gara a chi si addormentava per ultimo.
Le nostri notti insonni facendo gara a chi arrotolava la sigaretta migliore.
Le nostre notti insonni guardando l'alba sulla spiaggia.

Mi innamorai di una ragazza e la amo ancora.
Lo so è finita da un po' ma mi manca.
Vorrei vederti ritornare. Sarebbe una grande sorpresa.

Il tempo passa, le cose cambiano e ora si può solo voltare la testa indietro
a guardare quel sole ch'ancora brilla e un po' ci acceca.


Questo è ciò che penso. Ormai è passato molto tempo.
Cerco di ricordare perchè sono qui ora.
Cerco di ricordare perchè ti ricordo ora.
Cerco di ricordare perchè non sei qui con me.

lunedì 7 marzo 2011

CADAVERE MARCIO

Eri solo triste e vagavi come se niente fosse.  Disperato cercavi un po' di conforto ma trovavi solo disprezzo.   Hai ucciso tuo padre e ora giace a pezzi in una vasca ingiallita dal tempo. Il sangue trasuda dai muri verdi, ammuffiti e ripuliti col kerosene e la varechina.  Fuoco. Il fuoco divampa.
Vagine putride in una buca stanno fermentando, rilasciano strani liquidi corporei. Coiti interrotti, respiri trattenuti con intestini malati. Vermi mangiano cervelli marci, io vomito l'ultima cena e la rimangio solo per stare male perchè non ne ho mai abbastanza. Io mi diverto, mi sto divertendo dottore a vedermi cadavere distrutto in una bara di legno marcio. Provo ad alzarmi ma riscivolo sempre. Mi diverto a soffocarmi con la sabbia mentre la mia mano cerca lei che non esiste.
Tutti i miei sogni e le mie idee logoranti si trasformano come una cadavere marcio.

domenica 6 marzo 2011

PILLOLE DI PENSIERI FOLLI SOPRA IL SISTEMA TRADIZIONALE

Voi nemici della verità forse siete estranei a voi stessi.
Non siete forse i nemici di voi stessi e quindi della verità che vi circonda?
Non credete forse in qualcosa di troppo sofisticato al di fuori della vostra portata, Voi che salite le scale dell'ignoranza e del paradiso? Non è forse il paradiso quello che vi circonda, quello che voi avete voluto tramutare in inferno quando già la vita di per sé è un inferno? Il paradiso non è forse la speranza per la vita infernale che sopportiamo?
Voi avidi di cuore, ipocriti forsennati.
Non avete forse obbedito e seguito ad occhi bendati  alle bizzarre leggi che qualcuno corrotto ha tramutato in virtù?
Un popolo che sogna è sull'orlo dell'abisso. Io stesso ero sull'orlo dell'abisso, ora sono in caduta libera con il vuoto dentro.
 I sogni sono un  lusso che non tutti possono permettersi. Trasformate i vostri desideri in un qualcosa di concreto e non in sogni che vi astrarranno sempre più dalla realtà. Perchè con l'aria si vive, ma non si vive solo d'aria: bisogna anche mangiare e bere.
Voi che amate il bello e il perfetto, quando vi guardate allo specchio non vi sembrate ridicoli?
Voi dominati dalla speranza e da paure diffuse da folli parassiti, non siete ancora stanchi di voi stessi? La speranza con le sue preghiere non vi sta forse ingannando?
Io vedo grosse fauci che si aprono pronte ad inghiottirvi: sono le fauci di coloro che vi hanno allevato e nutrito avidamente; Non vi sentite traditi?
Se io ho i piedi puliti è perche ho deciso di non entrare più nel fango della falsità e ipocrisia dei vostri luogo di culto e anche se molti fingono di respirare arie più raffinate finiscono per diventare vittima delle proprie filosofie da circo e tramutarsi in pagliacci; questi sono i peggio perchè inconscienziosi si immergono, nel momento di debolezza, nel fango fino alle orecchie figendo di essere sporchi perchè sono inciampati e caduti.
La vostra anima non e ciò che altri chiamano io? Volete che il vostro io diventi eterno? Volete che il vostro io raggiunga il paradiso? Come può riuscirci senza la carne? Riderebbero anche gli Dei se vi sentissero parlare in quel modo.
Non è forse la gloria attorno a voi e non "sopra" le vostre teste o "sotto" i vostri piedi?
Non è forse il paradiso attorno a voi e non "sopra" le vostre teste?
Non è forse l'inferno attorno a voi e non  "sotto" i vostri piedi?
Voi che volete un maestro non dovreste forse prima imparare ad ascoltare? Siete in grado di apprendere?
 Esiste qualcuno che possa dare degli insegnamenti? Non siamo forse noi stessi i nostri mestri, dai quali dovremmo riuscire ad imparare da ogni esperienza ma che invece preferiamo disperdere?
Siete i primi ad ascoltare gli altri ma mai avete ascoltato voi stessi. Siete i primi a giudicare senza mai aver imparato a giudicare voi stessi. Siete i primi a rendere compassione senza aver mai visto che voi siete commiserevoli e avete bisogno di sentirvi dire che fate pena e anche quando ve lo dicono non ci credete.
Come avete fatto ad avanzare nella tecnologia, nelle scienze dimenticandovi di progredire nella vostra vita morale ormai privata dei valori che sono stati come vasi buttati dalle cime più alte e calpestati da tutti?
Siamo sicuri che coloro che procreiamo vogliano esistere? Non vogliamo mettere al mondo altre creature per vederle anche morire? Siamo forse noi tutti esseri diabolici?

Sono forse io il normale che è diventato pazzo? O siete voi tutti pazzi ed io l'illuminato? Non è forse la pazzia collettiva che è diventata normalità per cui tutti i normali in minoranza sono diventati pazzi? Non sono forse i pazzi gli unici ad avere orecchie per ascoltare, occhi per vedere, menti per pensare e bocche da tener chiuse per paura d'esser scambiati per pazzi? Non sono i normali dotati di bocca per ciarlatanare senza una connessione con gli altri sensi? Sono i normali giudicati pazzi se stanno quieti? Sono considerati normali coloro dediti alle arti? Fu considerato il primo inventore un pazzo o lui considerò pazzi gli altri perchè non avevano ancora inventato niente? E' da considerare pazzo colui che si accorge di avere una mente con cui pensare e con cui inventare e scoprire?
 E' considerata pazza una persona che dice a degli anticristiani Dio è tra noi? E' considerata pazza una persona che entra in una chiesa e dice Dio non esiste? Non sono forse più pazzi coloro che ricevono la "chiamata" da Dio che li invita a dare i voti? Non sono forse questi ultimi coloro che hanno imparato ad ascolare se stessi?
Non si è considerato forse dio una proiezione perfetta dell'imperfetto essere umano?  Non è il pari di un pensiero d'un folle in una delle sue ore di assenza? Non sono forse coloro che negano l'esistenza di Dio, credendo nella sua non esistenza, a credere ad una sua possibile esistenza?
E' da considerare pazzo colui che ha una bocca per esprimere un suo parere diverso dagli altri?
Esiste forse un limite alla pazzia?
Non trovano forse risposta a queste domande solo coloro che hanno già risposto alle proprie domande e tengono le soluzioni per quelle di riserva?

GIULIA

Giulia.
Noi due insieme cogliemmo i primi, teneri fiori della nostra giovane età.
I nostri sguardi intrisi del sapore della scoperta.
Io e te seduti uno di fronte all'altra dopo che la pioggia ci lasciò soli.
La panchina ricordo era umida come ora i miei occhi.
La notte scendeva fredda e noi due ci abbracciavamo sempre più forte.
Le prime emozioni e il folle cuore in petto.  
Un sospiro timido e poi  le labbra calde e tremanti si fusero.
Due divenne uno e la gioia divampava.
Ora ho nostalgia del profumo di quei fiori che mai la primavera riporterà.

MISCUGLI PERICOLOSI

Questa mattina è una delle solite mattine vuote e senza sole penso che ho bisogno di qualcosa, qualcosa che aiuti il fluire del tempo.
Preparo un infuso secondo un antica ricetta , seleziono con cura gli ingredienti caffè e  noce moscata, radici del diavolo e gemme del mattino glorioso. Le faccio bollire una ad una e infine come fossi un alchimista mescolo questi liquidi demoniaci.  Mangio  qualcosa per riempire la pancia , visto che non ho fatto colazione, intanto l'infuso si fredda. Aggiungo zucchero e mescolo. Ora sono pronto per partire senza valige e  senza rancore.
Sono passati qalche decina di minuti e mi sopraggiunge agitazione, angoscia ma sento che sto per andarmene. Sto per lasciare questo mondo. Le porte si stanno aprendo.
I colori acquistano luminosità, tutto diviene interessante ed io mi fondo con l'universo e mi sento parte di questo. La luce lascia nell'aria sfumature surreali e  intravedo creature ombre presenze nascondersi ai miei occhi. Sono i demoni che cercano di parlarmi e di guidarni nel labirinto.
Tra loro ci sono anche i folletti mostruosi che cercano di spaventarmi. Mi spiano, osservano ogni mia mossa. Io aspetto e li attendo senza fretta li cerco sotto il letto, dentro gli armadi dietro le porte. Sono spariti. Solo il buio tutto attorno a me.
Il pavimento assume strane curvature, i muri strane angolature che occhi umani non possono descrivere.
Guardo il divano porpora nel salotto ed un essere quasi umano appare su di esso. Il sangue gli cola dalla testa, ha gli occhi iniettati di uno sttrano liquido scuro. Mi punta l'indice: vuole me.
"No ti prego lasciami in pace non voglio. Lasciami stare. Non guardarmi. Vattene"
"Non puoi scapparmi. Prima o poi sarai mio"
Chiudo gli occhi e tutto è scomparso.
Sento dei suoni non so da dove provengono, non so chi  sia a farli, c'e qualcuno o è la mia fantasia . Ora sono sconvolto. Non so dove sono, non so cosa sono,  meglio coricarsi sul letto.  Mi sdraio e sembra galleggiare, no forse mi sta cullando. Io ormai vi sono sopra e non me ne andrò.
Il sonno mi colpirà e mi portà via in un sogno ove ogni paura svanirà, ogni cosa sarà bella ed io sarò sereno e  amico di tutti.